Giuseppe Cau e la Vespa

Salita di Monte Mario Roma 1949 PRIMO GIUSEPPE CAU Copia

Il giovane Giuseppe Cau segna il successo della Vespa nel campo delle corse, diventando fidato pilota e incarnando appieno lo spirito del nuovo veicolo.

"Giuseppe, il tuo mezzo ideale è la Vespa di Piaggio. Piccoletto come sei, sopra a quella a te chi ti ferma?" Sono le parole di Luciano Moroni, titolare di una piccola officina di Aversa, nel dopoguerra. La persona a cui si rivolge è il giovane Giuseppe Cau, suo dipendente: 17 anni, 42 kg, occhi vispi e mani sporche di olio da motore.

Giuseppe Cau fa il lavoro che ama. Nell'officina di Moroni, costituita dal Ministero della Ricostruzione, americani e inglesi hanno abbandonato le moto utilizzate durante il conflitto. Norton, Triumph, BSA, Matchless: Moroni e i suoi collaboratori le modificano, le trasformano in moto civili e poi le rivendono.

Quando a Roma arriva il primo concessionario Vespa, un esemplare del nuovo veicolo approda anche nell'officina di Moroni. È un mezzo strano: ha le ruote piccole, non ha il piantone centrale, alla vista sembra quasi spezzarsi. E poi, ronza. In realtà il veicolo piace, ma a livello di marketing – come diremmo oggi – ci vuole una spinta in più: la conferma che sì, è davvero un mezzo sicuro e performante. Quale migliore soluzione se non partecipare a gare e corse? E quale migliore pilota se non il piccolo e scattante Giuseppe Cau?

Moroni ci vede giusto: Cau incarna alla perfezione il nuovo "spirito Vespa". Così, il giovane si reca a Pontedera e comincia il suo sodalizio con la Squadra Corse Vespa, diventata poi Squadra Acrobatica Vespa. Comincia presto a trionfare nelle gare in salita e di durata, battendo anche le moto "normali". La scommessa è presto vinta e da quel momento Giuseppe Cau resterà al fianco della Piaggio come pilota, meccanico, collaudatore e prezioso suggeritore di nuove idee.