Corradino d'Ascanio

corradino dascanio

La storia dell'ingegnere che sognava di veder volare i suoi elicotteri e si ritrovò a inventare lo scooter più famoso del mondo: la Vespa Piaggio.

Corradino D'Ascanio nasce a Popoli, in provincia di Pescara, nel 1891. Sin da bambino si appassiona al volo, materia che approfondisce laureandosi in ingegneria industriale al Politecnico di Torino e arruolandosi volontario nell'Arma del Genio "Battaglione Aviatori" di Torino allo scoppio della prima guerra mondiale. Durante l’esperienza bellica mette in luce le sue competenze in fatto di velivoli e le sue capacità riparando e salvando velivoli danneggiati, collaudando migliorie tecniche sofisticate – come la prima installazione di un radiotrasmettitore su un aereo – e guadagnandosi promozioni sul campo.

Dal 1916 collabora con la Società per costruzioni aeronautiche "O.Pomilio", fornitrice dell’aviazione italiana, e quando nel 1918 i fratelli Pomilio si recano a Indianapolis, negli Stati Uniti, per fondare la società di consulenza Pomilio Brothers Corporation, D’Ascanio li segue e collabora con la neonata realtà fino all’anno successivo, quando risolve il suo contratto. Dopo l’esperienza americana, D’Ascanio rientra in Italia nel 1920, apre un suo studio e continua a lavorare su numerosi progetti nel settore aeronautico.

Il 1925 è un anno di svolta: D’Ascanio fonda una società con il barone Pietro Trojani, che finanzia il suo progetto dell’elicottero. I primi prototipi ottengono risultati poco incoraggianti, ma il D'AT3, commissionato dal Ministero dell'Aeronautica, conquista nel 1930 i primati di altezza, distanza e durata in volo che rimarranno imbattuti per alcuni anni. Tuttavia, a causa dello scarso interesse del governo italiano, il progetto si ferma e la società con Trojani si scioglie. D’Ascanio riesce a farsi assumere dalla Piaggio grazie al suo progetto dell’elica a passo variabile e a Pontedera lavora alla produzione di bombardieri e a nuovi prototipi di elicottero che rimarranno però, ancora una volta, sulla carta.

Al termine del conflitto, Enrico Piaggio sollecita D’Ascanio a progettare un veicolo a due ruote pratico e a basso costo per il mercato italiano desideroso di ricominciare a muoversi: nasce uno dei simboli della ricostruzione e un’icona italiana destinata a fare successo in tutto il mondo, la Vespa Piaggio. Aver inventato un mito però non basta a D’Ascanio: il riconoscimento di pioniere dell’elicottero ricevuto nel 1948 partecipa a un congresso internazionale a Filadelfia lo convince a tentare ancora. Alla Piaggio riprende in mano i prototipi degli anni Quaranta e fa decollare il PD4, che però non è più competitivo sul mercato, dove gli americani hanno, letteralmente, preso il volo. D’Ascanio lascia la Piaggio per il Gruppo Agusta nel 1964, ancora per occuparsi di elicotteri, ma in quest’ultima esperienza i suoi progetti ottengono poca fortuna. Muore a Pisa il 6 agosto 1981.