Emilio Materassi

emilio materassi

Un uomo che diventa campione grazie alla determinazione, alla voglia di emergere nonostante le umili origini e alla fiducia che il mondo delle corse, che aveva riconosciuto il suo talento cristallino, ripone in lui.

Emilio Materassi nacque a Borgo San Lorenzo, in provincia di Firenze, nel 1894. Di famiglia modesta, iniziò lavorando come garzone di bottega con il padre, venditore di cordami. Presto però la velocità iniziò ad attrarlo: passò a fare il meccanico ciclista, e poi a lavorare su motociclette e automobili, rarissime nella sua terra certo non ricca all’epoca. Il talento c’era, doveva essere indirizzato. Sicuramente il modo migliore non fu assumerlo nel 1919 come autista di autobus presso l’azienda dei trasporti di Firenze: la sua guida spericolata spaventava i passeggeri e ne decretò il licenziamento. Tuttavia a Firenze aveva conosciuto molti personaggi che gravitavano attorno al mondo delle corse, tra i quali anche i fratelli Ernesto e Alfieri Maserati, frequentatori della città.

Grazie alle sue abilità di meccanico e alle nuove conoscenze esordì nelle corse grazie a una Isotta Fraschini prestatagli da Alfieri Maserati e arrivò al terzo posto nella Coppa Consuma del 1919. Non avendo disponibilità economiche, le sue partecipazioni alle gare furono discontinue. Materassi continuò a utilizzare auto prestate di volta in volta dai vari amici, cogliendo il primo successo alla Coppa della Consuma del 1920. Nel 1921 fu ingaggiato dalla casa torinese Itala, della quale divenne anche concessionario a Firenze. Tuttavia le prestazioni delle auto ufficiali lo delusero e Materassi decise di modificare la sua Itala "55" installandovi un motore d'aereo prodotto dalla stessa Itala durante la Grande Guerra. Il pilota ribattezzò la sua creatura “Italona” e la portò al secondo posto della Parma – Poggio di Berceto. Con “Italona” seguono anni di vittorie e ottimi risultati sui circuiti della Toscana e d’Italia.

Nel 1927, con il team ufficiale della Bugatti, vince il Gran Premio di Tripoli e la Targa Florio, e si laurea campione italiano. Nel 1928 Materassi forma una sua scuderia procurandosi quattro Talbot, che mise a punto personalmente per ovviare ad alcune carenze. Tuttavia quell’anno era destinato ad essergli fatale: il 9 settembre, sul circuito di Monza, perde il controllo della sua vettura mentre tenta il sorpasso, urta un muretto laterale e piomba sugli spettatori a 200 km/h. Nell'incidente muoiono 22 spettatori e più di 40 risultano feriti. Emilio Materassi, sbalzato in aria, atterra tra le persone; riesce ad alzarsi, a muovere alcuni passi e a parlare con gli spettatori prima di accasciarsi al suolo. I soccorsi ne constatano la morte a causa di un’emorragia interna dovuta a un colpo ricevuto alla tempia.