Nardò

Nardò ha oltre 31 mila abitanti e il suo territorio è esteso per 190 chilometri quadrati, con una costa lunga oltre 22 chilometri da Torre Squillace alle Quattro Colonne. Quella che fu l’antica Neretum - uno dei principali centri culturali del Salento, sede di università, di accademie e di studi letterari e filosofici - è oggi una città in crescita e una destinazione simbolo per gli amanti dei viaggi slow, culturali, a tutto relax. 

Nardò città d’arte ha radici antiche e vanta testimonianze di ogni epoca. Il bellissimo Museo della Preistoria, allestito nelle sale del Chiostro di Sant’Antonio, ospita manufatti e fossili provenienti dalle indagini archeologiche svolte a partire dagli inizi degli anni Sessanta del secolo scorso nelle grotte del parco di Portoselvaggio frequentate nel Paleolitico (grotte di Serra Cicora A, Mario Bernardini, Uluzzo, Uluzzo C, Cavallo, Zei, Torre dell’Alto) e nel sito neolitico di Serra Cicora. Tra i reperti di maggiore rilievo ci sono i più antichi fossili di Homo sapiens del continente euroasiatico, ma un’altra eccezionalità è costituita proprio dall’elevato numero di siti archeologici che testimoniano quasi centomila anni di vita di Homo neanderthalensis prima e di sapiens poi.

Proprio il parco di Portoselvaggio è la vera “cartolina” del territorio neretino, un fascino magnetico determinato dal contesto aspro e incontaminato che continua a richiamare visitatori praticamente in ogni periodo dell’anno. Circa trecento ettari di zona pinetata e sette chilometri di costa rocciosa e frastagliata, diversi siti di interesse come la bellissima Palude del Capitano, uno specchio d’acqua alimentato da acque dolci sorgive e da acque salmastre che ospitano numerose specie di animali acquatici e rarissime specie vegetali. O ancora come Torre Uluzzo, Torre Inserraglio, le masserie di Torre Nova e dell’Alto, le grotte, il pianoro di Serra Cicora con i reperti risalenti al periodo neolitico e località Frascone che custodisce le testimonianze di un insediamento di età romana imperiale. Su Instagram l’hashtag #Portoselvaggio è uno dei più utilizzati dai visitatori della Puglia e del Salento (ad esempio, quasi 42 mila volte nel solo mese di luglio 2019). 

Prima di immergersi nel contesto urbano, merita senza dubbio una visita il Museo della Memoria e dell’Accoglienza di Santa Maria al Bagno, che raccoglie le testimonianze di migliaia di profughi ebrei che tra il 1943 e il 1947 trovarono ospitalità nel territorio di Nardò. Al suo interno sono custoditi i murales realizzati da Zivi Miller, l’unica testimonianza di tipo grafico esistente in Europa dell’Aliyah Bet, il viaggio che dopo la guerra condusse i sopravvissuti ebrei nella Terra Promessa. Una pagina esemplare di solidarietà che ha consentito a Nardò di fregiarsi nel 2005 della Medaglia d’Oro al Merito Civile da parte del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Ma una tappa obbligata sono anche le numerose ville in stile moresco o liberty di località Cenate, in cui si intrecciano elementi architettonici, vicende familiari, tradizioni gentilizie. 

Il centro storico, uno dei più belli di Puglia, consente una “lettura” privilegiata e particolare delle complesse vicende storiche della città e della sua comunità. È un vero e proprio tripudio barocco ad accogliere il visitatore, con la raffinata piazza Salandra e le numerose chiese che “gareggiano” per bellezza e importanza storico-architettonica. La cattedrale, dedicata alla Beata Vergine Maria Santissima Assunta, fu fatta costruire dal conte normanno Goffredo nel 1080 e nei secoli ha subìto diversi rimaneggiamenti. Custodisce numerosi affreschi e il Crocifisso ligneo del XIII secolo, detto il Cristo Nero per la particolare colorazione scura del legno di cedro. La chiesa di San Domenico, realizzata per l’ordine domenicano nel 1500, fu parzialmente danneggiata dal terremoto del 1743. Ha una facciata in carparo tra le più belle, dove spiccano santi, cariatidi e creature. Altrettanto preziose sono la chiesa di Santa Teresa, la chiesa di Sant’Antonio, la chiesa dell’Immacolata e la chiesa di San Giuseppe.

Piazza Salandra è stata ed è ancora il cuore pulsante della città. L’antica piazza delle Legne, riconoscibilissima grazie alla caratteristica guglia dell’Immacolata al centro, oggetto prediletto dei più sofisticati instagramers di tutto il mondo, ospita il Sedile, la chiesa di San Trifone, il vecchio palazzo dell’Università (poi pretura) con la caratteristica “colonnata”, la fontana del Toro. Impossibile non “timbrare” la visita alla piazza visitando Nardò. Proprio in piazza non può mancare una sosta alla Vetrina del Gusto, dove si fa la “conoscenza” dei sapori neretini: pane, frise, pucce, taralli, milaffanti, pitteddre, pettule, purciddruzzi, olive celline e olio, curti e gruessi, paparine, i vini primitivo, malvasia e negramaro. 

Da questa agorà si snoda poi un nugolo di vie, viuzze, piazze. Una direttrice del cuore antico porta direttamente dalla piazza al Castello Acquaviva d’Aragona. Le prime notizie sulla sua edificazione risalgono alla seconda metà del XV secolo, con il passaggio dalla dominazione angioina a quella aragonese, che in città coincise con l'affermazione della famiglia Acquaviva. Da maniero divenne residenza nobiliare, oggi è sede degli uffici comunali di rappresentanza e di alcuni contenitori culturali come il Museo della Città e del Territorio, il Museo della Speleologia e del Sottosuolo, il Museo della Civiltà Contadina e delle Tradizioni Popolari e la mostra permanente dedicata a Vittorio Bodini. Pertinenza del castello è il bellissimo giardino botanico, uno dei giardini storici più belli e rappresentativi del Salento. 

Nardò lega il suo nome anche alla musica popolare salentina, perché ha dato i natali a Luigi Stifani, il barbiere-violinista che “curò” con la musica una trentina di donne tarantate (dal 1928 al 1972) ed è considerato una delle figure più importanti dei rituali legati al tarantismo. Stifani accompagnò Ernesto De Martino nel Salento in occasione della sua ricerca sul tarantismo negli anni Cinquanta, introducendolo ai simbolismi di una tradizione che trovò spazio in uno dei saggi fondamentali dell'antropologia italiana, “La terra del rimorso”. 

Nel 2019 e nel 2020 Nardò ha ottenuto le 5 Vele di Legambiente. 

Ebrei accolti al campo profughi di Santa Maria al Bagno 

ebrei a Santa Maria al Bagno
  • Spunti di viaggio e curiosità per la tua vacanza

    Organizza
  • Intrattenimento e scoperte per i più piccoli

    Esplora
  • La storia dei motori italiani per veri appassionati

    Approfondisci