Giovanni Agusta

AGUSTA

Una delle grandi aziende dell'industria aeronautica e delle motociclette nasce da una serie di coincidenze: un'invenzione in tempo di guerra e il contratto giusto firmato al momento giusto.

Giovanni Agusta nasca a Parma nel 1879 da famiglia siciliana. La passione per il volo lo prende sin da giovane: Agusta appartiene alla generazione che assiste ai “balzi” dei primi velivoli sperimentali e decide che di quella grande pagina di storia che si stava scrivendo, quella del volo umano, deve far parte anche lui. Nel 1907-1908 costruisce i suoi primi alianti, cui dà il nome di  "AG-1" e "AG-1bis", utilizzando le iniziali del suo nome. Sempre nel 1908 a Palermo fonda la sua prima società, proprio per costruire i suoi velivoli senza motore: il nome scelto è Costruzioni Aeronautiche Giovanni Agusta S.A.

Nel 1911 si arruola volontario nella nascente Regia Aeronautica e combatte nella guerra italo-turca, distinguendosi non solo in battaglia, ma anche per qualità ingegneristiche: sua è l’invenzione del parafreno, dispositivo simile a un paracadute che doveva servire a frenare la caduta di un aereo colpito da un’avaria.

Dopo aver lavorato alla Caproni, approfondendo i suoi studi sul paracadute, allo scoppio della prima guerra mondiale viene richiamato in servizio dalla Regia Aeronautica che lo destina proprio alla Caproni in qualità di ispettore delle costruzioni aeronautiche. Al termine del conflitto, Agusta riprende in mano la sua carriera imprenditoriale e si dedica alla riparazione e alla manutenzione di aerei. In virtù dei servigi resi all’Esercito e all’Aeronautica, l’Amministrazione militare stipula con Agusta un contratto che gli assegna la gestione di un campo di volo a Cascina Costa in cambio di un canone annuo concordato e di sconti sulle riparazioni da effettuare ai velivoli.

È la svolta per Agusta e per la storia della sua azienda: assieme alla moglie e ai figli, si trasferisce a Samarate, nel varesotto. Tuttavia, improvvisamente, Giovanni Agusta muore nel 1927. Le redini della sua creatura vengono prese dalla moglie Giuseppina e dal figlio primogenito Domenico. Il lavoro di una vita non andrà perduto; prenderà anzi nuove e inaspettate strade.