Gilles Villeneuve

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Un campione che ha incantato più con il suo stile di guida che con le vittorie: il ragazzo che correva in motoslitta diventato una leggenda della Formula 1.

Gilles Villeneuve nasce il 18 gennaio 1950 a Chambly, vicino Montreal, in Canada. La passione per la velocità è evidente sin dalla più tenera età, ma, in un Paese coperto per molti mesi all'anno dalla neve, non può esprimersi nei suoi primi anni di vita se non con gli sci. Crescendo, si diploma in meccanica. Conosce i motori, di più: li adora. Inizia allora a frequentare il mondo delle gare, anche se il suo debutto è con le motoslitte, una specialità dove si laureerà campione del mondo nel 1974.

In seguito a questi primi successi, inizia anche a partecipare a gare e campionati minori a livello locale, dove tuttavia si fa notare; la McLaren lo fa debuttare nel Circus della Formula 1 a metà del 1977 per una gara di prova. Nonostante un esordio sorprendente, viene scartato e ad agosto dello stesso anno è la Ferrari a contattarlo per sostituire Niki Lauda, il campione austriaco che ha rotto malamente con il Drake lasciando la scuderia non appena ottenuto matematicamente il titolo Piloti di quell’anno. Un signor Nessuno chiamato a sostituire nel cuore dei ferraristi il pilota più vincente degli ultimi anni: ce la farà.

Dopo un inizio stentato nei test e i primi Gran Premi funestati da un incidente drammatico in Giappone, Villeneuve inizia a sentirsi a suo agio sulla scorbutica Ferrari di quegli anni e nella stagione 1978 coglie la sua prima vittoria proprio sotto casa, in Canada. Villeneuve si rivela un pilota spettacolare, grintoso, tenace, sempre sul filo dell’esagerazione. Non vince molto, ma fa divertire: i tifosi lo adorano.

Nel 1979 il mondiale Piloti torna in casa Ferrari con Jody Scheckter, grazie anche alla "solidarietà" professionale di Villeneuve che non ostacola il compagno anche quando è nettamente più veloce di lui, come nel trionfale Gran Premio di Monza di quell’anno. Porta a casa comunque un bottino di tre vittorie e l’amore incondizionato del popolo delle "Rosse", grazie a imprese come quella al Gran Premio di Francia, nel quale dà vita a un duello cavalleresco per il secondo posto con la Renault di René Arnoux.

La sua carriera in Formula 1 è fatta di prestazioni maiuscole e discontinue, estro, talento, grinta e una buona dose di incoscienza: quanto basta per farne un’icona dell’automobilismo sportivo, un punto di riferimento per il suo stile di guida coraggioso e poco incline ai compromessi strategici che iniziano a caratterizzare il suo sport.

Il piede sempre premuto sull’acceleratore gli sarà fatale. 8 maggio 1982, circuito di Zolder. Durante le prove ufficiali del Gran Premio del Belgio Villeneuve, in fase di sorpasso, urta a forte velocità la ruota posteriore di un’altra monoposto: l’auto si impenna e inizia un'infinita carambola durante la quale il corpo del pilota viene proiettato fuori dall'abitacolo e vola contro le reti di protezione. L’impatto è terrificante: i soccorsi si impegnano al massimo, ma tutti hanno capito che stavolta Gilles, l’impavido canadese che sfidava la morte a 300 all'ora, non ce la farà. Morirà in ospedale il giorno successivo dopo alcuni tentativi disperati dei medici. L’automobilismo ha perso uno dei suoi protagonisti più amati, ma ha aggiunto una nuova stella al suo Pantheon di leggende.

L'anno dopo la sua scomparsa il Comune di Fiorano Modenese, sede della pista sperimentale Ferrari dei suoi primi test, gli ha dedicato un monumento proprio in prossimità del circuito.