Emilio Storchi Fermi

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"Barighin" è stato l'anima del Museo dell'Automobile di San Martino, pioniere del collezionismo di vetture storiche.

Senza "Barighin" non sarebbe stato possibile dare vita al Museo dell'Automobile di San Martino in Rio. Al secolo Emilio, di cognome Storchi Fermi, "Barighin" è stato l'anima operativa che ha saputo dare impulso al primo nucleo di vetture storiche del bolognese Domenico Gentili.

A partire dal 1956, quando la raccolta di Gentili viene trasferita da Borgo Panigale a San Martino in Rio, "Barighin" comincia a girare l'Italia a caccia di altri "rottami" da portare in paese. Finanziato da Gentili, inventa stratagemmi per accaparrarsi il giusto affare (il migliore, un'Auto Avio 815), partecipa a tutte le aste dove vengono battute automobili e compra al prezzo più alto per essere sicuro di aggiudicarsele.

Gli altri compratori trovano ridicolo e insensato acquistare, negli anni '50, tutti quei rottami degli anni '20. Eppure il tempo dà ragione a "Barighin", che con Gentili diventa uno dei pionieri dell'automobilismo storico. L'intraprendenza del primo, aiutata dalla possibilità economica del secondo, li rende precursori nella caccia all'auto d'epoca, in anticipo di almeno vent'anni su tutti. E determinati a fare di San Martino in Rio un importante centro di collezionismo e scambio, nonché sede di un vero museo dedicato all'auto storica, aperto ufficialmente nel 1966.

Solo nove anni dopo, nel 1975, "Barighin" viene a mancare improvvisamente proprio davanti a quel Bar Sport divenuto convegno di appassionati. Senza di lui il Museo vacilla, rischia di collassare, ma grazie alla tenacia dei suoi eredi, nel 1981 riprende quota arrivando fino ai giorni nostri. La storia di "Barighin", come quella di tanti altri uomini, è una storia di tutti i giorni: una vicenda umana che nella sua realtà sembra incredibile e la rende mito.