Il circuito del Mugello torna a fare sognare

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Dopo lunghe pause, il circuito del Mugello riapre come tracciato non ufficiale nel 1964 infiammando il pubblico e avviandosi verso una decisione importante: diventare autodromo.

Nel 1964, dopo brevi periodi di utilizzo e lunghe interruzioni, sul circuito del Mugello succede qualcosa. Ci pensano Pasquale Borracci e Amos Pampaloni, rispettivamente presidente e direttore dell'Automobile Club Firenze. I due, armati di pazienza e determinazione, decidono di riproporre e organizzare la gara sulle strade del Mugello, utilizzando il circuito originario di 67,5 km.

Il problema maggiore è convincere il prefetto e le forze dell'ordine a chiudere per due giorni le statali che consentono di attraversare l'Appennino. Nonostante sia già in esercizio l'Autostrada del Sole, la chiusura delle statali e delle strade minori è una scelta estrema perché isola totalmente i centri mugellani. Ma la determinazione vince: il 21 giugno 1964, esattamente 50 anni dopo la prima gara, si corre l'undicesima edizione del Circuito del Mugello.

Il valore sportivo di questa "corsa della rinascita" è modesto. Non essendo gara ufficiale, le maggiori case automobilistiche non partecipano poiché non interessate. Ma il pubblico, quello sì che è numeroso. Si calcola che quel 21 giugno, lungo le strade, ci siano almeno 150.000 spettatori. La gara si disputa su 5 giri, il vincitore è Gianni Bulgari su Porsche 904 alla media di 105 km/h. Al secondo posto si piazza Kim su Alfa Romeo TZ e al terzo posto Ferlaino su una Ferrari GTO.

Nel 1965 si compie un altro passo in avanti. Se le case ufficiali mancano ancora, i piloti privati sono presenti. La gara - questa volta su 8 giri - è funestata da una pioggia memorabile e il testa a testa per i primi posti è tutto interno alle Ferrari Le Mans di Mario Casoni e Tonino Nicodemi. Per avere in pista le scuderie ufficiali bisogna aspettare il 1966. Alla tredicesima edizione partecipano infatti Alfa Romeo con la Giulia GTA, Porsche, Lancia, Abarth e Ferrari, che a causa di uno sciopero a Maranello non fa arrivare le vetture a Firenze per le verifiche. Il percorso si presenta modificato: a San Piero a Sieve, per evitare la chiusura del centro storico per due giorni, la gara viene dirottata su una strada che costeggia il paese a nord, mentre i box e la partenza vengono posti a Scarperia.

L'edizione del 1966 vede il trionfo della Porsche Carrera 6 dei tedeschi Gerhard Koch e Jochen Neerpasch, nonostante il pubblico si infiammi per le scuderie italiane, specialmente per il duello fra le Alfa GTA di Enrico Pinto e Ignazio Giunti, che concludono secondo e terzo assoluti. Per il circuito del Mugello, quello degli anni '60 è un rientro in pista con i fiocchi. Un rientro vero, che all'alba degli anni '70 si avvia verso un'importante decisione: diventare un autodromo ufficiale e strutturato.