Il Museo dell'Automobile e la Scuderia San Martino

Testo 1966 Zedel 10HP 1908 lauto della Regina Margherita di Savoia

Nel 1966 si costituisce ufficialmente il Museo dell'Automobile di San Martino in Rio: fra i modelli esposti oggi, anche una Ford T e una Fiat 508 Balilla.

Ci vogliono 10 anni perché la collezione di vetture storiche di Domenico Gentili, arricchita da Emilio "Barighin" Storchi Fermi, diventi un museo strutturato. Le prime auto degli anni '20 e '30 – chiamate allora semplicemente "rottami" - cominciano ad arrivare a San Martino in Rio nel 1956, complici le amicizie di Gentili e le casualità della vita. Il paesino diventa ben presto un importante centro di collezionismo e la raccolta incrementa i suoi pezzi. Ben presto non si tratta più di un hobby amatoriale: è chiaro che sta nascendo qualcosa di nuovo.

La prima mossa verso la costituzione di un vero e proprio museo arriva, per la verità, nel 1963. L'amministrazione comunale di San Martino approva il progetto di un capannone coperto di 1.000 mq per ospitare la collezione, allora sparpagliata in più locali. Il trasferimento ufficiale avviene nel 1966, quando "Barighin" e i suoi compari conducono nella sede definitiva un centinaio di vecchie automobili, motociclette, biciclette, carrozze e carri agricoli. Eccoli lì, tutti i mezzi raccolti in giro per l'Italia con pazienza e un pizzico di follia negli anni precedenti. Per continuare l'opera di raccolta e movimentazione dei veicoli viene fondata la Scuderia San Martino e il Museo vede finalmente la luce.

Ma si sa, a volte il percorso non è tutto rose e fiori. Quando nel 1975 "Barighin", anima tenace del progetto, viene improvvisamente a mancare, sembra che il Museo sia destinato alla chiusura. Già ridotto nei suoi locali, in parte ceduti a un'officina, comincia a svuotarsi, e diversi pezzi vengono trasferiti a Panzano, in provincia di Modena. Gli eredi di "Barighin", però, tengono duro. E con loro Vittorio Vincenzi, detto "Vic", autore del simbolo del Museo e della Scuderia, prosecutore ideale dell'eredità lasciata d "Barighin".

Nel 1981 lo spazio liberato dall'officina viene bloccato dai soci e il Museo riesce a risorgere. Oggi espone una quarantina di veicoli fra automobili, moto e biciclette, per rappresentare l'evoluzione del mezzo meccanico nel tempo. Fra questi, spiccano una Ford T del 1916 e molte Fiat d'epoca, fra cui il famoso modello 508 Balilla del 1935, simbolo dell'Italia motorizzata al costo di 9.000 lire.