Agusta, dagli aeromobili alle motociclette

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Quando Giovanni Agusta muore nel 1927, la moglie e il figlio decidono di convertire la produzione verso le motociclette, ma la seconda guerra mondiale segna una nuova battuta d'arresto.

Giovanni Agusta muore vent'anni dopo aver fondato la sua impresa di aeromobili a Cascina Costa di Samarate. Nel 1927, dopo aver contribuito al settore aeronautico come pioniere e aver combattuto come volontario del Battaglione Aviatori della Malpensa, il conte viene a mancare. L'azienda passa così nelle mani della moglie Giuseppina e del figlio Domenico.

Agusta è in crisi. Con la fine della prima guerra mondiale la domanda di aeromobili è crollata. I due nuovi proprietari non vedono altra soluzione che quella di convertire la produzione. Dato il crescente desiderio di una mobilità motorizzata individuale, il mercato più allettante sembra quello dei motocicli. È la stessa scelta che farà la toscana Piaggio alla fine della seconda guerra mondiale, ma per Agusta i risultati arrivano più lentamente.

Agusta precorre i tempi e decide di compiere il salto già negli anni '30: un periodo di pace, sì, ma una pace affilata e precaria. Nel giro di pochi anni l'Italia ripiomba di nuovo nella guerra e i primi propulsori studiati da Agusta non vengono portati a termine. Dopo l'armistizio, lo stabilimento di Cascina Costa viene addirittura occupato dai tedeschi: bisognerà aspettare la fine del conflitto perché la fortuna torni di nuovo a sorridere sull'impresa di Samarate.