Moto Guzzi nell'arte: Antonio Ligabue e gli altri

Guzzi e arte Ligabue moto cavalletto

Antonio Ligabue è uno degli artisti maggiormente legati a Moto Guzzi. Come lui, anche diversi pittori futuristi hanno immortalato le motociclette di Mandello nelle loro opere.

"Quando era disperato e senza una donna saliva sulla moto e sfidava la nebbia dei viottoli di campagna... perché la testata scoppiettante e calda della Guzzi era l'unica consolazione contro il gelo dell'inverno e l'ostilità imperscrutabile del mondo".

Questa è l’immagine che Edmondo Berselli ci ha lasciato di Antonio Ligabue, pittore naif originario di Zurigo. Espulso dalla Svizzera a vent'anni, affetto da crisi nervose ed episodi di instabilità psichica, nel 1919 si trasferisce a Gualtieri in Emilia-Romagna, dove comincia a dipingere. Con i primi soldi ricavati dalla vendita di alcuni dipinti, Ligabue acquista una vecchia moto Guzzi rossa con la quale comincia a girare la Bassa reggiana. Sulla schiena porta legati i quadri da mostrare e vendere ai ricchi proprietari terrieri della zona.

Le moto Guzzi resteranno sempre una sua grande passione e arriverà a possederne ben 16. Alla sua amata "aquila dalle due ruote" dedica anche due dipinti: Autoritratto con moto (1952) e Autoritratto con moto, cavalletto e paesaggio (1953).

Oltre ad Antonio Ligabue, altri artisti riprendono le linee di Moto Guzzi nelle loro opere. Fra questi, alcuni pittori futuristi che, come noto, amano legare la loro arte al concetto di modernità e velocità. Leonardo Papasogli, Mino Lo Savio, Fortunato Depero, Paolo de Cuarto hanno contribuito, a loro volta, a portare su tela il mito Guzzi.