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La costruzione dell'autodromo di Monza iniziò il 15 maggio del 1922 e l’inaugurazione ebbe luogo il 3 settembre dello stesso anno. La realizzazione dell’opera fu decisa pochi mesi prima dall'Automobile Club di Milano per ricordare il 25° anniversario dalla sua fondazione, in accordo con l'Opera Nazionale Combattenti, società che allora era proprietaria del parco in sui sarebbe sorta l’opera.

 Il primo giro completo di pista, ancor prima del taglio del nastro, fu percorso il 28 luglio 1922 da Pietro Bordino e Felice Nazzaro su una Fiat 570.

Secondo il progetto preliminare, il tracciato avrebbe dovuto avere una forma di "8", ma per non impattare troppo sul Parco Reale si optò per un progetto alternativo che utilizzasse parte delle strade del parco già esistenti. A capo del progetto c’era l’architetto Alfredo Rosselli, ma nel coordinare le operazioni la realizzazione dell’autodromo diede un importante contributo Arturo Mercanti, allora direttore dell’Automobile Club di Milano.  

Nel 1939, dopo alcuni incidenti tragici incidenti (nel 1928 morirono 20 persone travolte da Emilio Materassi, che perse il controllo dell'auto sul rettilineo d'arrivo e piombò in mezzo al pubblico raggruppato a bordo pista; nel 1933 i piloti Giuseppe Campari, Mario Borzacchini e Stanislas Czaykowski sbandarono sulla stessa macchia d'olio, uscirono di strada e morirono), furono decise  diverse modifiche al tracciato per ridurne la velocità.  Gran parte della pista venne rifatta, l'anello ad alta velocità fu demolito e lungo la pista stradale fu spostata in avanti la curva del Vialone, con un immissione su un nuovo rettilineo che conduceva a due nuove curve a gomito prima del rettilineo d'arrivo. A quel punto la lunghezza del circuito scese a 6.300 metri.

Nel 1955, sempre per ragioni di sicurezza, gli ingegneri Antonino Berti e Aldo Di Rienzo riprogettarono l'anello di alta velocità e fu anche arretrata la curva Sud per consentire il passaggio del pubblico sul nuovo Viale Mirabello. Il circuito completo tornò così ad una lunghezza di 10 km.

Furono inoltre costruite lungo il percorso 14 torrette di segnalazione, utili come punti strategici di osservazione per commissari, tecnici radiotelevisivi, addetti alle segnalazioni, giornalisti e fotografi.

Sempre nel 1955, sulla curva del Vialone perse la vita il pilota Alberto Ascari: nessun testimone assistette all’incidente, la cui dinamica non è mai stata del tutto chiarita, ma la curva fu ribattezzata curva Ascari.

Quello stesso anno, in occasione del Gran Premio d’Italia, l’11 settembre il rinnovato autodromo fu inaugurato dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi e dall'Arcivescovo di Milano Giovanni Montini.

Nel 1961 perse la vita in un incidente il pilota della Ferrari Wolfgang von Trips, insieme a dodici spettatori. Il Ministero del Turismo e dello Spettacolo emanò nuove regole sulla sicurezza dei circuiti e anche quello di Monza dovette adeguarsi: il circuito da allora si è sempre corso sulla sola pista stradale, lunga 5.750 metri.

Nel 1970 morì invece durante le qualifiche il pilota austriaco Jochen Rindt, in quel momento in testa alla classifica mondiale generale: diventerà l'unico Campione del Mondo postumo nella storia del campionato di Formula 1.

Negli anni Settanta ci furono dunque nuovi interventi sul tracciato, per rallentare una pista che aveva visto crescere le velocità fino a superare la media dei 240 km/h): tra queste modifiche, nel 1976 furono realizzate tre nuove varianti rispettivamente sul rettilineo dei box, alla curva della Roggia e alla curva Ascari, per una lunghezza del circuito che si assestò sui 5,8 km.

Altri interventi Ulteriori interventi per migliorare la sicurezza furono effettuati nel 1994, 1995, 2000, e 2014: con essi vennero rifatte la variante Goodyear (quella posta sul rettilineo dei box), quella della Roggia, la curva Grande e le due curve di Lesmo. Negli stessi anni furono anche costruiti nuovi box, più grandi e più moderni.

Nel 2007 venne asfaltata la via di fuga alla variante della Roggia, mentre nel 2009 ne vennero modificati i cordoli insieme a quelli della variante Goodyear, con lo scopo di evitare tagli nelle "esse" da parte delle monoposto di Formula 1. Nel 2014 la via di fuga della curva Parabolica è stata asfaltata, consentendo ai piloti una traiettoria leggermente più esterna che in precedenza. Dopo le ultime modifiche la lunghezza del tracciato è oggi di 5.793 metri.

Come tutte le piste che hanno fatto la storia dell'automobilismo sportivo, anche quella di Monza ha preteso il suo tributo di morti. Tra i piloti d'auto hanno perso la vita Materassi, Ascari, von Trips, Rindt, Arcangeli, Campari, Borzacchini, Czaykowski, Peterson e Ugo Sivocci; tra i motociclisti Renzo Pasolini e Jarno Saarinen, vittime di uno scontro nel Gran Premio delle Nazioni del 1973.

 

Reggia di Monza
Costruita tra il 1777 e il 1780 su progetto di Piermarini, ha accolto nelle sue stanze dagli Asburgo ai Savoia. Splendido esempio di architettura neoclassica, finalmente restaurata e aperta al pubblico.

 

Parco di Monza
Ecco il cuore verde di Monza. Più di 700 ettari di prati e boschi, un fiume, laghetti ed essenze rare. A piedi, in bici o su un colorato trenino, tra alberi secolari e edifici storici, non perdetevi una passeggiata nel parco recintato più grande d’Europa.

 

Duomo di Monza e Corona Ferrea
La Cappella di Teodolinda custodisce la preziosa Corona Ferrea. Un’antica tradizione vuole che l’anello presente all’interno della Corona sia stato ricavato da uno dei chiodi della Croce di Cristo. Con la Corona Ferrea furono incoronati re ed imperatori, tra i quali Carlo Magno e Napoleone. 

 

Musei Civici di Monza
Dopo 30 anni di chiusura, nel 2014 i Musei Civici monzesi hanno riaperto al pubblico, ospitati nel complesso medievale della Casa degli Umiliati. Un museo custode della memoria della città, dove dimorano le collezioni della città, dai reperti archeologici all’arte contemporanea. 

 

Arengario
Letteralmente “luogo per assemblee”, l’imponente palazzo del XIII secolo ospitava il potere civile della città. Cuore pulsante della vita cittadina, da sempre sotto i suoi portici si danno appuntamento i monzesi. 

 

San Maurizio e Santa Margherita
Custode della memoria delle vicende di Virginia De Leyva, Monaca di Monza, entrata nell’immaginario collettivo grazie al capolavoro manzoniano.  

 

Ponti sul Fiume Lambro
Una passeggiata lungo il fiume, per scoprire i numerosi ponti antichi che scavalcano il Lambro. Dal monumentale Ponte dei Leoni al più antico Ponte Nuovo del ‘300. Da qui è possibile vedere il muraglione di base delle mura medievali, demolite nel XIX secolo.

 

Santa Maria delle Grazie
Il suggestivo santuario francescano risale al 1463,  quando i Frati Minori Osservanti si stabilirono in questa zona periferica accanto al corso del Lambro, esterna alle mura che circondavano Monza.

 

Cappella Espiatoria
Progettata dallo stesso architetto dell’Altare della Patria a Roma, la Cappella sorge proprio nel punto in cui il 29 luglio 1900 l’anarchico Gaetano Bresci uccise il re Umberto I di Savoia. Preziosi mosaici risplendono all’interno.  

 

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